четверг, 22 октября 2015 г.

La Statica NON è la Dinamica

 

Per comprendere un movimento molto veloce è necessario rallentarlo in modo da poterlo analizzare passo passo: la velocità impedisce una comprensione di quello che accade, il cervello non riesce a star dietro al movimento.
Il problema è che il rallentamento non permette di comprendere come la velocità stessa del movimento… lo influenzi. In altre parole, tendiamo ad analizzare i movimenti come se fossero una sequenza di posizioni statiche, con gli attori sempre in equilibrio.
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L’autore dell’articolo alle prese con 240 kg di stacco in un abbigliamento improponibile al di fuori del loculo in cui si allena. L’alzata è durata 3,17 sec per una velocità media di 16 cm/sec nei 50 cm di spostamento del bilanciere, poco più, poco meno. Il bilanciere, lasciato cadere dalla stessa altezza, arriverebbe al suolo in 31 centesimi di secondo, fracassandosi sul pavimento a 313 cm/sec. Infatti, lo stacco è “lento” mentre buttare un peso per terra è “veloce”. 
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Come il peso del bilanciere agisce sulla schiena e sulla struttura dell’atleta? Dalle normali attività quotidiane risulta chiaro che sollevare a schiena inclinata generi un sacco di tensione sui muscoli lombari, molto di più che a tentare di farlo con la schiena quanto più eretta possibile. 
Pertanto una banale regola è che nello stacco la schiena non va inclinata in avanti. Ma se questo è cosa si percepisce, quale è il motivo meccanico per cui aumentando l’inclinazione della schiena aumenta la tensione sui muscoli della schiena?
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I più ferrati nella Fisica del Liceo associano alla schiena un’asta che ruota intorno ad un perno, il bacino, con un peso all’altra estremità, il bilanciere. Il peso induce una rotazione sull’asta intorno al perno, questa rotazione è tanto maggiore quanto più il carico è lontano dal punto di rotazione stesso. La rotazione indotta è detta momento meccanico o coppia meccanica, o semplicemente coppia. Le forze spostano le cose, le coppie le fanno ruotare.
Perciò, abbiamo una spiegazione meccanica di come l’assetto del bilanciere agisca sulla schiena: più è lontano dalle anche, maggiore è la coppia con cui fa ruotare la schiena. Per essere ancora più semplici a costo di perdere precisione: più la schiena è inclinata in avanti e il bilanciere è lontano dalle anche e più questo tira giù la schiena con forza.
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Il problema è un salto logico nel ragionamento che associa al carico la forza muscolare necessaria per contrastarlo, un passaggio nascosto che viene sempre dato per scontato.
A sinistra il carico che genera la coppia all’anca che fa ruotare la schiena in avanti. Al centro la contro-coppia necessaria per impedire che questa rotazione avvenga. Questa contro-coppia è a carico dei muscoli: sono i muscoli che impediscono all’asta di ruotare.
A sinistra, la coppia muscolare non c’è e l’asta ruota facendo cadere il peso. Ma se non c’è coppia muscolare, non c’è nemmeno un vero “sforzo” che agisce sulla spina, pertanto non c’è “pericolo” sulla schiena stessa. Se il carico non è frenato, non c’è modo per questo di danneggiare la schiena: va giù e basta. 
In realtà questa affermazione andrebbe dettagliata molto più precisamente:
· Tirare giù una spina dorsale con violenza, anche senza resistenza muscolare alcuna, non è mai indolore perché i tessuti subiscono compressioni e deformazioni.
· I tessuti muscolari bruscamente deformati non si adattano istantaneamente ai nuovi assetti, questo è il motivo per cui rimettersi eretti improvvisamente dopo essere stati curvi in avanti può causare dolori lancinanti dato che i dischi intervertebrali non hanno il tempo di cambiare forma.
· Anche se non c’è forza muscolare che contrasta il movimento i muscoli spinali esibiscono sempre un certo grado di contrazione per mantenere forme ed assetti. Non solo, i muscoli della parte superiore del tronco sono isometricamente contratti per mantenere la stabilità articolare delle spalle mentre il peso va verso il basso, pertanto è facile avere una contrazione involontaria o errata che durante la velocità del movimento può causare problemi.
Però, dài… in linea di massima, l’affermazione che se non frenate un movimento non state danneggiando nulla è vera: uno squat con 300 kg non è pericoloso nei primi centesimi di secondo, quando scendete a picco, lo è nel momento in cui dovete frenare la discesa. .
Il salto logico è associare alla coppia generata da un carico una conseguente coppia muscolare necessaria per equilibrarlo. Questo salto avviene perché in palestra gli esercizi consistono nel sollevare un oggetto, cioè generando una coppia muscolare almeno pari a quella indotta dal carico, oppure consistono nel frenare un oggetto facendolo scendere relativamente piano, freno dovuto sempre alle coppie muscolari che sono sempre evidenti.
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Per evidenziare questo salto logico che tutti involontariamente commettono, guardate i due fotogrammi seguenti.
Quale delle due posture mette più sotto stress la schiena? Incredibilmente, quella a destra! Perché a sinistra sto appoggiando il peso a terra, lo sto lasciando cadere andandogli dietro e pertanto la maggiore inclinazione della mia schiena rispetto al fotogramma a destra crea sì una rotazione verso il basso maggiore, ma questa non è frenata da nulla!
In questo caso è facile “sgamare” il trucco, basta osservare la clip ricollegandola con il proprio vissuto: infatti, nessuno fa un particolare sforzo muscolare per abbassare il bilanciere al suolo! 
È certamente possibile farsi male nel movimento di discesa: disattenzioni, “paura” che porta a frenare il bilanciere, assetti sbagliati mentre si è tirati giù. C’è una tecnica anche per andare dietro ad un bilanciere impazzito, ma di sicuro è ben più semplice di quella necessaria a tirarlo su…
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Ora, che dire di queste posizioni? A sinistra il Kettlebell è lontanissimo dalle anche, a destra la schiena è parallela al terreno. Per quanto estremizzazioni volute di uno swing con un Kettlebell, “fanno male” alla schiena?
Nelle discussioni sulla sicurezza o meno dei kettlebell molto spesso troverete analisi sulla postura nel punto iniziale del movimento o sul punto centrale di inversione: momenti, torsioni, bracci di leva, forze di taglio, addirittura possibilità di spondilolisi o spondilolistesi.
In queste affermazioni è presente il salto logico appena descritto, e che non si “sgama” così facilmente come per lo stacco…
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Ecco cosa invece succede se il movimento non viene considerato come sequenza di fotogrammi statici: notate come io apra le mani nel momento in cui il Kettlebell è nel punto superiore del movimento. Se apro le mani, il carico non esercita alcuna coppia sulla mia schiena ed è libero di cadere. Lo riprendo e lo seguo nella caduta, senza trattenerlo: e se non trattengo nulla… nemmeno posso farmi male!
La posizione dell’atleta nel punto superiore del movimento non è così indicativa dell’effetto del carico sulla schiena, perché in quella posizione la sua influenza è NULLA. 
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Per lo stesso motivo le posizioni al centro e a destra sono equivalenti a quella a sinistra: non pericolose per la schiena. Il movimento va osservato nel suo complesso: è chiaro che la posizione a destra sia pericolosa, non tanto per la postura in se, ma per come l’atleta è arrivato in quella posizione e per come la posizione cambierà da questo momento in avanti.
Analogamente, nel punto inferiore.
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I due fotogrammi mostrano come nel punto inferiore del movimento possa aprire le mani. Analogamente a prima, l’apertura delle mani implica che il carico non sta agendo sulla mia schiena, soggetta solo al suo peso. Pertanto il carico in questa posizione ha una influenza NULLA sulla mia schiena.
Questo non significa che lo swing con i kettlebell sia un esercizio ad impatto zero sulla schiena, ma piuttosto che i mezzi usati nell’analisi degli esercizi da palestra, del Powerlifting e del Weightlifting non sono adatti a spiegare questo nuovo movimento: una oscillazione ritmica sotto carico.
Lo swing con i kettlebell può fare molto male alla schiena, ma solo se lo si interpreta come se fosse un esercizio statico, volendo ricondurlo a posture considerate “sicure” nel mondo della palestra. Uno swing fatto bene non fa male alla schiena, uno swing fatto per non far male alla schiena può invece distruggerla.
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